Smetti di scrivere in grassetto e corsivo su Instagram (e altri social) e di usare caratteri strani

Pubblicato da: Enrico Flacowski

La torre di Babele è esistita davvero? Non lo so, ma so che siamo quasi otto miliardi in questo pianeta traballante, ed è normale che tu voglia rendere distintivi i tuoi post nella tempesta di contenuti e che ti venga la malsana idea di scrivere in corsivo o in grassetto – su Instagram o su qualunque altra piattaforma social – e usando caratteri diversi. Ma è un errore colossale!

Non intendo che sia facile da fare, perché è abbastanza evidente, esistono centinaia di blog post con tutorial di ogni sorta. Intendo proprio che è sbagliato utilizzare questi “caratteri diversi” (li chiamo erroneamente così solo per capirci). 

Faccio subito un elenco di motivi per cui DEVI smettere SUBITO di utilizzare questi caratteri speciali.

  • Non sono accessibili da persone ipovedenti, con dislessia, eccetera
  • Non sono accessibili dai motori di ricerca
  • Non sono accessibili da aziende o persone che ti stanno cercando
  • Non sono accettabili dal gusto grafico.

Eccetto l’ultimo punto, che suona come un’invettiva di basso livello, e arrogante, ma che denota anche una certa nausea, avrai intuito che l’unica parola chiave che può esprimere l’utilizzo di grassetto, corsivo e caratteri diversi all’interno di piattaforme social è “inaccessibile”.

Ti spiego.

1. Non sono accessibili da persone ipovedenti

Sono circa un milione di persone in Italia, ma bisogna anche tenere conto di tutte le persone con dislessia e altre patologie che rendono difficile la lettura. Per navigare nel web usano tecnologie assistive, come i software di lettura dello schermo o quelli che permettono di ingrandire il testo, di eliminare qualunque formattazione possa disturbare la lettura (come il grassetto o font troppo aggraziati). Gli screen reader leggono attraverso una voce digitale. Questi software funzionano benissimo anche all’interno dei social e non sono in grado di leggere altri caratteri speciali (font) se non quelli utilizzati dal sistema. Significa che qualunque cosa tu scriva su Instagram o Facebook, o su qualunque altro social, usando questi caratteri “diversi” non sarà letta dagli screen reader. Perché non sono caratteri, non sono lettere, sono immagini, oggetti visuali non riconosciuti dal sistema come lettere dell'alfabeto. Sono visibili all’occhio umano (vedente) ma invisibili all’occhio digitale (ipovedente).

2. Non sono accessibili dai motori di ricerca

Mi rifaccio all'ultima affermazione, cioè "all'occhio digitale". Google non ha occhi, già. Possiamo affermare che è ipovedente al 100%. Per le persone che hanno dimestichezza con la SEO non è strano sentir parlare di Alt Text, i “testi alternativi”. Ultimamente anche i social hanno inserito gli alt text (credo che LinkedIn sia stato il primo social a farlo). Sono quei testi che devi digitare per descrivere l’immagine che stai postando su social o che stai pubblicando in una pagina web. Servono a spiegare a Google cosa c’è in quella figura, perché Google non è in grado di vederla (anche se in parte questa affermazione non è più del tutto vera). Anche il testo alternativo viene letto dai software screen reader, per spiegare alle persone ipovedenti che in quel punto c’è quella figura. Ti consiglio di dare molti dettagli, di metterci poesia, perché ogni sfumatura aiuterà a Google e alle persone ipovedenti a visualizzare cosa c’è davvero in quella figura.

Avrai fatto caso che spesso, quando cerchi su Google, tra i risultati di ricerca, in gergo SERP, ci sono anche post Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn. Significa che spesso anche i social post si indicizzano su Google. Ecco, se usi quei caratteri strani, se scrivi in corsivo o in grassetto su Instagram o altri social, il tuo contenuto non si indicizzerà in Google perché non capisce cosa c’è scritto. Non vede testo, solo oggetti visivi piatti.

3. Non sono accessibili da aziende o persone che ti stanno cercando

Non dimenticare che i social sono utilizzati sempre più spesso come motori di ricerca. Significa che le persone cercano parole ben precise su Facebook o su Instagram con l’intenzione di trovare qualcosa. Se hai pubblicato un post su Instagram sulle ultime sneakers di Nike e hai scritto questo testo usando qualche carattere grassetto o corsivo per farlo spiccare nella news feed, se domani una persona cerca su Instagram (o su LinkedIn) la query “ultime sneakers di Nike”, non troverà il tuo post. Perché neanche i motori di ricerca interni dei social lo vedono.

Ancora peggio, se hai usato questi caratteri per scrivere la bio Instagram o il sommario e/o la bio di LinkedIn, se qualcuno cercherà quelle parole chiave che hai usato e che ti rappresentano, per esempio travel blogger, ecco, non ti troveranno mai, non comparirai tra i risultati di ricerca. Perché il motore di ricerca del social non vedrà i caratteri speciali che hai utilizzato.

4. Non sono accessibili dal gusto grafico

Nella grafica, nel mondo della comunicazione, c’è una regola che vale sempre: less is more. In una pagina social in cui abbiamo per esempio testo ovunque in Myriad, una font molto pulita e lineare, trovarsi poi anche un testo un po’ Myriad e con intramezzi di Times bold, poi corsivi e una spruzzata di emoticon qua e là… non mi sembra elegante.

Come so queste cose? Un po' perché le sapevo già e un po' perché ho letto Scrivi e lascia vivere, l'unico manuale di scrittura inclusiva e accessibile.

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