Crowdfunding significa rischio zero? Assolutamente no!

Pubblicato da: Enrico Flacowski

Mi capita spessissimo di sentirmi dire da potenziali autori che contatto

«Facendo crowdfunding non rischi nulla, non c’è rischio imprenditoriale»

Mi spiace non solo che ci sia ignoranza sul tema crowdfunding ma che ci sia persino gente, che si professa esperta in marketing, che diffonda questa falsissima informazione.

Ma andiamo per step, vediamo prima di tutto cosa fa l’autore e cosa fa l’editore prima, dopo e durante un crowdfunding.

Ruolo dell’autore in un crowdfunding editoriale

  • Scrive il libro, ovviamente. In genere per scrivere un manuale occorrono circa 3-4 mesi, sfruttando le ore serali ma soprattutto i week-end.
  • Caldeggia la community durante la stesura del libro, possibilmente facendo un po’ di sana lead generation.
  • Durante il crowdfunding deve essere bravo a comunicare e a stare al passo con la danza mediatica dell’editore.

Ruolo dell’editore durante il crowdfunding

  • Durante la stesura, aiuta l’autore a costruire un indice funzionale e ad avere il giusto tono di voce.
  • Lo aiuta a capire la persona giusta da inserire in prefazione e ad evitare di essere autoreferenziale.
  • Effettua innumerevoli preventivi per trovare la forma editoriale e il prezzo migliore per il titolo
  • Prepara i contenuti online (descrizione, visual, abstract, landing page, sondaggi)*
  • Investe circa 1-2.000 euro in Facebook e Google ads per raggiungere e superare il 100% di obiettivo
  • Crea contenuti online per promuovere il libro sui canali Social
  • Pianifica e gestisce e-mailing
  • Coordina e paga editor (colui che corregge) e l’impaginatore (colui che impagina), dipende dal libro, diciamo circa 1-2.000 euro
  • Coordina e paga la tipografia (a 30 giorni dalla consegna), anche qui dipende, diciamo circa 5-10.000 euro
  • Gestisce le spedizioni e paga il corriere, diciamo circa 2.000 euro
  • Partecipa ad eventi e continua a promuovere il titolo (costi vari…)

E l’editore non ha altri costi?

Certo che sì, a palate. I costi fissi sono innumerevoli. Considerando che ho deciso di pubblicare 4 titoli l’anno, per non inquinare il mercato con titoli inutili – tra altro suggerimento che mi aveva dato Stefano Mauri, dopo la mia uscita dalla Dario Flaccovio Editore, per una collana che avremmo voluto aprire in Vallardi, e che non si fece più perché hanno perso troppo tempo – e considerando che sono content strategist di IFF International, multinazionale che opera nella ricerca di mercato, i miei costi fissi vanno divisi per 4 e incidono circa 1.000 euro su ogni pubblicazione.

Altro mannaia: attualmente nel carrello dell’e-commerce uso PayPal e Stripe – che ovviamente prendono la loro percentuale – fin qui OK. Ma le alte sfere di PayPal Business USA, sulla base del mio modello di business, hanno deciso di congelarmi circa il 40% degli incassi per 3 mesi… In quel 40%, in teoria, ci sarebbe il mio guadagno, che in realtà è molto più basso, a volte inesistente.

Cosa succede quando raggiungo il 100% di obiettivo?

Questa è una piccola lezione di crowdfunding.

Il 100% di obiettivo non significa guadagno. Significa solo riprendersi quasi le spese, ma senza mettere nel consuntivo del ROI i costi fissi, quindi sono ancora in perdita. Il 100% di obiettivo deve essere economicamente molto basso perché si deve raggiungere molto velocemente: diciamo tra i 3 giorni e le 3 settimane, in modo da aumentare il trust, la fiducia del potenziale cliente indeciso, e ottenere una impennata di ordini.

Il vero ROI avviene dopo le 250 copie. Ovviamente dipende dal tipo di libro, dal prezzo, dal volume di pubblico che può avere, eccetera. Considerando che solitamente pubblico libri veramente difficili, il mio rischio è enorme e il mio guadagno è bassissimo, spesso inesistente, la mia fatica e ansia grava sul mio sonno e sulla mia vita (lavoro ininterrottamente). Se alla fine il titolo non funziona e non raggiunge il vero obiettivo, nonostante i miei sforzi, chi ci rimette le penne sono io.

Il vero guadagno arriverà, piano piano, nei mesi successivi al crowdfunding, grazie alla cosiddetta long tail, la curva lunga. In tempi molto molto graduali.

Perché mi sobbarco questo peso?

Tre motivi.

  • Sono evidentemente masochista.
  • Amo follemente il mio lavoro di editore. In molti mi danno la responsabilità di aver risvegliato questo settore, quando (completamente sconosciuto) ho irrotto nel mercato con Fai di te stesso un brand di Skande, nella mia precedente esperienza editoriale. Oggi sono da solo con Flacowski, ho un editor e un impaginatore, per il resto faccio tutto da solo.
  • Perché penso che un domani non lontano avrò un catalogo molto particolare che mi darà un piccolo flusso di cassa, in modo da investire ulteriormente sia sui crowdfunding (adv, stampa, eventi), sia sulla struttura (hardware, sito nuovo, dipendenti).

Infine vi chiedo, e ve lo chiedo con un H2…

Qual è il rischio imprenditoriale dell’autore?

Zero.

Non ne faccio una questione economica. Rispondo solo a quei potenziali autori (ma anche altri) che si sono posti la domanda iniziale, cioè “Qual è il rischio imprenditoriale di un editore che usa il modello del crowdfunding?”. Be’, adesso hai chiaro che il rischio c’è, non tutti i libri fanno 40.000 euro di crowdfunding e, anche se raggiungessero queste cifre, l’impegno e l’investimento da parte dell’editore è immenso a fronte di un guadagno veramente bassissimo.

Se hai altri dubbi o domande in merito, scrivimi su enrico@flacowski.com.

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